Stiamo assistendo GIÁ OGGI ad una carestia di camici bianchi.
Sono solo alcuni dei tanti segnali di un allarme rilanciati a più mandate da sindacati, ordini di categoria e società scientifiche.
Infatti, nel giro dei prossimi 5 anni andranno in pensione oltre 40mila medici, non saranno sostituiti - se non in parte - da 31.000 nuovi "specializzandi" (cioè medici in formazione specialistica e non specialisti), per colpa di un’errata programmazione.
Soffrono in particolare alcune discipline dei Chirurghi, Pediatri, Anestesisti, Ginecologi, Medici di Pronto Soccorso, non più appetibili perché le più esposte alle denunce del cittadino o perché offrono meno sbocchi professionali.
La Federazione delle aziende sanitarie (FIASO) e l’associazione dei dirigenti Anaao-Assomed calcolano che anche in caso di totale sblocco del turnover, non si riuscirà a compensare nel prossimo quinquennio i dipendenti in uscita tra pensionati, pre-pensionati e "fuggitivi" verso il più remunerativo privato o l’estero.
Oltre che i fuggitivi a favore della quota100.
Non va meglio per i medici di base: secondo le proiezioni della FIMMG - nel 2028 se ne saranno andati in oltre 33mila.
Ma le borse di studio annue sono 1.100.
in 10 anni se ne andranno 33.000 che verranno rimpiazzati da 11.000 Medici di base, lasciando 14 milioni di italiani potenzialmente orfani del Medico di Base...
Così si è creato quello che viene definito un ‘imbuto formativo’, con il nostro sistema di formazione che sforna meno medici di quelli che serviranno.
Ecco nei dettagli la ricetta della "carestia perfetta":
- I laureati in Medicina sono obbligati ad una specializzazione, come quella che dura 3 anni per essere medico di base;
- La specializzazione viene pagata dallo stato (fondi del Ministero dell'Università) o dalle regioni;
- Ministeri e regioni sottostanno al MEF (Ministero Economia e Finanze) che ogni anno riduce gradualmente i fondi;
- Per la carenza di posti di lavoro, di concorsi o di pianificazione sanitaria, migliaia di medici italiani vanno a lavorare in altri stati Europei, portandosi dietro il know-how e milioni di euro di investimenti in formazione andati in fumo.
Già gli utenti si lamentano dei pronti soccorsi INEFFICIENTI, delle LUNGHE LISTE D'ATTESA, dello scarso tempo (e a volte qualità di lavoro) messo a disposizione del medico di base - soffocato dalla burocrazia! - e gli specialisti che si basano sui protocolli...
CI ASPETTA UN FUTURO DOVE I "TECNICI DI MEDICINA" (o ROBOT) SOSTITUISCONO I MEDICI?
DOVE TUTTI SIAMO VISTI COME ROBOT E APPLICHIAMO PROTOCOLLI TUTTI UGUALI PER CHIUNQUE?
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FONTI:
Lazio, allarme chirurghi: uno su cinque pronto ad andare in pensione