"COLON (INTESTINO, PREGO!) IRRITABILE" E DIARREA

Vocaboli tipici del mondo medico, complice la pubblicità, i media e gli “sperti” sempre più social, sono ormai parte del nostro vocabolario d’uso quotidiano.

Anche se usiamo queste parole "a sproposito".

E' il caso del #reflusso che viene scambiato per #gastrite, la pancia gonfia scambiata per #colite, o la diarrea scambiata per “colon (intestino, prego!) irritabile” (#IBS)

Quel tipo di popò troppo morbida, descritta (a volte) come "gelato squagliato", caratterizza fino al 40% degli italiani in quella patologia chiamata IBS prevalentemente diarroica (IBS-D).

MA qui arriva il primo E PIU' FREQUENTE ERRORE.

La diarrea trova le sue cause in un eccesso di movimento della prima parte dell'intestino (duodeno, digiuno e tenue) con conseguente malassorbimento di quei preziosi micronutrienti di cui il tuo corpo ha bisogno.

Che finiscono letteralmente nel cesso.

Nella letteratura più recente, una parte consistente di queste manifestazioni (fino ad 1/3) sono legate ad uno squilibrio del #microbiota, come quello POST-ANTIBIOTICI o quella post-infettiva (PI-IBS).

Altre cause sono spessissimo connesse al cibo: il primo sospetto è la celiachia, o l'intolleranza al lattosio o ad altri zuccheri.

O una sovracrescita batterica (#SIBO) o fungina (#SIFO) del piccolo intestino.

Quando non una parassitosi da #Giardia o da #blastocisti hominis.

Quindi, se ci ostiniamo, nel 2022, a tradurre erroneamente dall'inglese, siamo FORTEMENTE A RISCHIO di guardare nel posto sbagliato e non trovare nulla.

Cioè, se guardiamo al colon in caso di diarrea e non troviamo nulla, è perchè la diarrea ha la sua causa più in alto.

E se con la gastroscopia riesco a vedere i primi 15-20 cm di duodeno e con la colonscopia gli ultimi 20-30 dell'intestino tenue, rimane un BUCO NERO di oltre-5-metri che non posso "vedere".

E non trovando nulla, potrei essere tentato di dire: nel colon non c'è nulla, nello stomaco non c'è nulla.

Quindi la colpa è tua, che sei ansiosa, stressata e ti devi dare una calmata.

E so per certo che questa è stata la reale risposta di molti di coloro che leggono questo post.

Partiamo quindi da una precisazione.

Il termine corretto per tradurre IBS (irritable bowel sindrome) è “sindrome dell'intestino irritabile”, indipendentemente che lo usi il diagnosta piuttosto che il vicino di casa, il giornalaio, il vicino di casa o il tuo amico più intimo.

Chi interpreta questo termine inglese come “colon irritabile” fa una una traduzione fuorviante e tre errori:

1) Dimentica che ci sono 33 #FGID (malattie gastrointestinali funzionali) catalogate su base anatomica (esofago, stomaco, duoceno, intestino eccetera) riconosciute dai Criteri di Roma;

2) prende in considerazione esclusivamente la parte terminale (colon) di un tubo digerente dimenticando che è lungo 7-e-passa-metri;

3) Non considera nessun'altra causa (specialmente quelle infettive, figurati il microbiota!) se non quella organica, quando invece le FGID sono sospettate proprio sulla mancanza di reperti patologici (mostrano cioè gastro e colon negative).

E anche troppo spesso ci si domanda se il ricorso all'argomento "stress" non sia più una scusa per nascondere il disinteresse di alcuni a farti star meglio...

... quanto piuttosto un modo veloce per liquidarti con prescrizione del classico #psicofarmaco.

Caro lettore, potrebbe sembrare una questione di lana caprina, ma traducendo correttamente dall’inglese all’italiano, #bowel si riferisce a tutto l’intestino: dal duodeno fino all’ano.

 

E saperlo permette di superare certi “limiti" diagnostici …

Un paziente con problemi di diarrea si potrebbe rivolgere al suo diagnosta e vedersi prescritta una bella terapia...

...Che però non funziona.

Quindi perchè guardare allo stress e saltare alla conclusione che “sono ansioso nervoso stressato” (coi tempi che stiamo vivendo è normale) quando invece un paziente correttamente informato - e capace di intendere e di volere - potrebbe obiettare che il suo intestino tenue (l’organo responsabile della diarrea) non è stato studiato?

O non abbastanza?

E se fosse un’infezione intestinale?

E se fosse #celiachia o sensibilità-al-glutine-non-celiaca (#NCGS)?

E se fosse una #disbiosi?

E se fosse un FGID (disturbo “funzionale” dell’apparato gastro-intestinale)?

Se sai di cosa stai parlando, sei informato e sei capace di intendere e di volere dovresti poter esprimere I tuoi dubbi - e la tua opinione - riguardo la tua salute.

Fare domande.

Partecipare attivamente – da libero cittadino - alla strategia diagnostica e terapeutica.

Altrimenti potrebbe sorgere il dubbio che siamo sottoposti a #TSO (trattamento sanitario obbligatorio).

 

O schiavi di un Sistema Sanitario più interessato a far quadrare I conti – quando non a fare tagli lineari senza criterio - e a risparmiare piuttosto che ad occuparsi alla qualità di vita dei suoi assistiti.

Rifletti su cosa scrivo.

Esci fuori da questo incubo dove sei UTENTE PASSIVO.

Pretendi di essere trattato come un essere umano.

Perchè la tua salute vale!

P.S.: Mai provato gli effetti del saccaromyces boulardi sulla diarrea?

L'immagine usata in questo post è di Adamo Davide Romano (registrato con numero 302018000028184 presso la Camera di Commercio Di Napoli).

Trovi la sua esilarante pagina "MalEdizioni" qui: https://www.facebook.com/MalEdizioniOfficial

Author
Gabriele Prinzi

Medico chirurgo spec. in chirurgia d’urgenza, Iscrizione ordine dei medici di Palermo n°13262,